Claudio Vittorini è da sempre attento e sensibile all’ambiente e alla sua tutela. Lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, a lungo utilizzate in maniera scorretta, sta causando un esaurimento determinato rapido delle fonti di energia, che non dureranno in eterno. Claudio Vittorini ha deciso di trovare strade alternative e cosiddette “pulite” per la produzione di energia, e così da alcuni anni dopo aver frequentato corsi di formazione specifici e collaborato con gruppi di lavoro specializzati nel risparmio energetico e nella produzione di energia rinnovabile, approfondendo contestualmente anche la sua conoscenza sul funzionamento di centrali a combustibile fossile di piccola, media e grande dimensione.
Avvalendosi di un consolidato gruppo di lavoro si occupa di trovare soluzioni ad aziende Pubbliche e Private sui sistemi a produzione di energia elettrica e termica con impianti di cogenerazione, a biomasse, digestori per la produzione di biogas, progettazione e realizzazione di parchi eolici, geotermici e impianti idroelettrici, progettazione e realizzazione d’impianti fotovoltaici, solare termico e a concentrazione. Efficientamento e risparmio energetico degli impianti di edifici civili, industriali e della viabilità pubblica attraverso l’utilizzo di lampade ad alto rendimento e di lunga durata. Dal 2009, in collaborazione con Us Lighting Tech, azienda leader negli Stati Uniti per la produzione di corpi illuminanti con tecnologia ad induzione, partecipa attivamente alla commercializzazione in Europa e in nord Africa di lampade ad induzione, uniche nella qualità di luce prodotta e ad essere garantite per una durata di 100.000 ore di funzionamento.
Questo documento è un approccio alla creazione di isole energetiche autonome adeguate alla tipologia di utenze, alla loro quantità, alla presenza di risorse sfruttabili, infine alle opportunità messe a disposizione dei Governi delle Nazioni. Le risorse sono quelle messe a disposizione dalla natura e dette RINNOVABILI. I progetti proposti hanno le seguenti taglie:
- Autonomia energetica (AE) di una unità abitativa;
- AE di un gruppo o di abitazioni, o di un’attività piccola o media impresa;
- AE di piccole città o di grande azienda;
- AE di città > 60000 abitanti o consorzi di città che formano un bacino d’utenza assimilabile; aree industriali parimenti energivore;
- AE di città > 120000 abitanti o consorzi di città assimilabili;
Ci sono poi casi in cui il territorio presenta risorse in grandissime quantità ma non ha utenze vicine:
– Grandi campi eolici;
– Grandi o medie centrali idroelettriche;
– Centrali solari termodinamiche.
Per queste ultime occorrono linee di trasporto che vanno a formare una rete nazionale o di un singolo stato confederato. Contemporaneamente ai progetti sopra esposti, bisogna far decollare la produzione di idrogeno e fuel cell, con i quali si potrà garantire la continuità di servizio quando mancano le fonti legate al sole e al vento e soprattutto sfruttabili per la trazione. Le combinazioni possono essere :
- Fotovoltaico con accumulatori da dimensionare sulla base dei consumi degli utenti;
- Solare termodinamico a temperature 200°-300° C con ciclo O.R.C. (Organic Rankine Cicle) oppure ciclo Rinkine a vapore bassa pressione, per energia elettrica calore-frigorie con serbatoio di accumulo coibentato con autonomia da decidere sulla base delle utenze.
- Integrazione con un digestore anaerobico con gazometro più o meno rudimentale a seconda delle quantità da tenere in riserva. Con il gas prodotto si può alimentare uno scambiatore sul ciclo O.R.C. in parallelo al termodinamico oppure un riscaldatore sul serbatoio di accumulo a temperatura dell’olio diatermico quando non c’è sole. Nel digestore si possono raccogliere le dejezioni animali e residui di potatura oppure coltivazioni dedicate, scarti elementari e di macelleria (non ossa). Le taglie del ciclo O.R.C. partono da 3 taglie base 30 KWel, 65 KWel, 95-200 KWel e combinazioni delle stesse di pari valore. La digestione anaerobica oltre a produrre gas, ha come residuo un composto fertilizzante da spargere sui terreni coltivabili ed evita cattivi odori e inquinamenti nei centri abitati intorno agli allevamenti e intorno ai depositi di rifiuto. Il gas può essere immesso su una rete locale